Dopo quarantasette anni si è alzato il sipario del Mandanici, rinato dalle sue ceneri come l’Araba Fenice. Sabato 6 dicembre 2014 diventerà una data storica per Barcellona Pozzo di Gotto, che ha visto la riapertura del suo teatro con la stagione teatrale. Il vecchio Mandanici, lambito da un incendio il 31 maggio 1967, che non danneggiò le strutture portanti ma soltanto il tetto in legno e parte dei palchi anch’essi in legno, fu demolito alcuni anni dopo non senza polemiche. In occasione della demolizione, sotto la ruspa caddero anche la torretta con l’orologio collocato tra il teatro e l’ex Monte di Pietà, e parte dello stesso ex Monte, entrambi non colpiti dall’incendio.
La costruzione del nuovo teatro iniziò nel 1980 nella Villa Comunale “Primo Levi”, aperto una prima volta a cantiere aperto nel 1986 con lo spettacolo Didone Adonais Domine, su testo di Emilio Isgrò e regia di Memè Perlini. Il Nuovo Teatro Mandanici è stato inaugurato, seppur formalmente, con lo spettacolo all’esterno, nel giardino, il 31 marzo 2012. Bisogna ricordare che nonostante la mancanza del teatro, la città ha continuato a svolgere le sue attività culturali, teatrali e musicali in altre sedi, in altri teatri, come quello dei Salesiani, a San Vito, nelle varie sale-auditorium comunali, nell’Arena Montecroci. E’ mancata la vera struttura teatrale pubblica, al chiuso, quella che permette la messa in scena di spettacoli più complessi, con molti orchestrali o attori, e la presenza di un vasto pubblico, visto che il Nuovo Teatro Mandanici conta quasi mille posti. Il colore dominante è il rosso delle poltroncine, sovrastate dal soffitto punteggiato da una miriade di luci, e dal sipario rosso.
Lo spettacolo d’apertura, “ConcertOpera”, prodotto dal Teatro di Messina, ha proposto una rassegna di sinfonie e cori da opere liriche italiane, eseguite dal coro Francesco Cilea di Reggio Calabria, diretto da Bruno Tirotta, e dall’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, diretta da Gian Rosario Presutti. L’inizio, doveroso, con un omaggio a Placido Mandanici (Barcellona 1799-Genova 1852). E’ stata eseguita la Sinfonia da Il Buontempone di Porta Ticinese, considerata l’opera più importante di Mandanici, andata in scena per la prima volta alla Scala di Milano il 16 giugno 1841 e per il successo ottenuto replicata per sette sere. Si tratta di un melodramma buffo in tre parti, su libretto di Calisto Bassi, dedicato alla contessa Giulia Samoyloff nata Pahlen. (Per la trama del melodramma e i giudizi critici cfr. il testo fondamentale di Gioacchino Grasso, Placido Mandanici, Ila Palma, Palermo, 1991, alle pp. 77-84). La serata è proseguita con l’Ouverture della Gazza ladra di Rossini; Chi del Gitano dal Trovatore di Verdi; Preludio, Noi siamo le zingarelle e Coro dei Mattadori dalla Traviata di Verdi; ancora Verdi con Ouverture, Gli arredi festivi e Va pensiero dal Nabucco.
La seconda parte è stata aperta dall’Ouverture da La forza del destino; il Preludio, Gli aranci olezzano e Regina Coeli, dalla Cavalleria Rusticana di Mascagni; l’Intermezzo dai Pagliacci di Leoncavallo; l’Intermezzo dalla Manon Lescaut di Puccini; ed ancora Puccini con il Coro a bocca chiusa dalla Madama Butterfly. Il Teatro di Messina, presieduto da Maurizio Puglisi, sovrintendente Antonino Saija, si avvale della direzione artistica di Ninni Bruschetta per la prosa, e di Giovanni Renzo per la musica.
Nel foyer del Mandanici, oltre al disegno del prospetto del vecchio teatro, mai realizzato, la cui copia è stata donata dal Museo Cassata, ed era già esposta dall’inaugurazione del 2012, sono stati esposti tre pannelli illustrativi, con testi, documenti e foto. Il primo si riferisce al vecchio Mandanici, il secondo riguarda la storia del nuovo teatro fino all’inaugurazione a cantiere aperto del 1986, e il terzo il completamento della struttura. Fanno parte del più ampio progetto “Demone Teatro”, promosso dalla Soprintendenza di Messina e dall’Ordine degli Architetti di Messina. Quando il progetto sarà completato saranno esposti in mostra a Messina assieme a quelli di altri teatri.
Nel Teatro, mischiati al pubblico, le sagome di quattro personaggi barcellonesi: il regista Michele Stilo, che tanto parlò della ricostruzione del teatro, Alessandro Manganaro, collaboratore di Stilo nel mettere in scena spettacoli teatrali, l’artista Iris Isgrò, il quale immortalò in un dipinto l’interno del vecchio Mandanici, e il professore Aldo Ginebri. A corredo di tutto, l’associazione Genius Loci ha realizzato, col patrocinio del Comune, un pannello informativo, che si aggiunge ai sette già esistenti, collocato all’ingresso della Villa Primo Levi, con descrizione e foto della Villa, del Monumento a Sebastiano Genovese e del Nuovo Teatro.
Nuovo teatro Mandanici,
inaugurazione 31 Marzo 2012
di Marcello Crinò
Il vecchio Mandanici fu inaugurato il 4 ottobre 1845, una seconda volta, dopo i lavori di ingrandimento, il 29 ottobre 1891, mentre la terza inaugurazione fu il 28 ottobre 1930, a seguito della lunga ristrutturazione resasi necessaria a causa dei danni del terremoto del 1908, come ha ricordato Salvina Miano nel libroIl teatro Mandanici e i teatri minori di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina). Storia e vita artistica (1845-1967), pubblicato lo scorso anno dall’Ismez di Roma. Sabato 24, nel corso della conferenza stampa indetta per presentare il nuovo Mandanici, il sindaco Candeloro Nania ha ripercorso le tappe della costruzione del teatro, le cattive condizioni in cui si trovava all’inizio degli anni Novanta a causa dell’abbandono e del vandalismo, compresi i fuochi accesi all’interno, che hanno lasciato tracce sul pavimento, non rimosse volutamente come segno delle barbarie perpetrate nei confronti di un bene pubblico. L’ingegnere Carmelo Marchetta, in rappresentanza delle imprese che hanno lavorato per il completamento dell’edificio, ha evidenziato la modernissima parte tecnologica, adatta per qualsiasi tipo di spettacolo di alto livello, i sistemi di sicurezza e la complessita dei lavori di ripristino della struttura lasciata in abbando per tanti anni. Al momento il teatro non potrà operare a pieno regime per la mancanza della cabina elettrica esterna in grado di dare la fornitura necessaria per tutti gli apparati tecnologici, ma dal prossimo ottobre potrà iniziare la stagione degli spettacoli. Il costo per il completamento dell’opera, di cinquemilioni e trecentotrentamila euro, è stato sostenuto dal Ministero dell’Economia, grazie all’interessamento del senatore Domenico Nania. La gestione del teatro, ha affermato il sindaco, sarà demandata alla prossima amministrazione, ma ritiene che debba essere mista, cioè pubblica e privata, con l’auspicio, poiché i due teatri cittadini attualmente operanti, Salesiani e Salone del Petraro, raggiungono i seicento abbonati, che il Mandanici possa avere un numero di abbonati sufficienti per garantire la gestione della struttura e delle stagioni teatrali. Venerdi 30, ad appena un giorno dall’inaugurazione, si consuma un gran colpo di scena. A seguito dell’esposto di un cittadino secondo il quale il teatro non sarebbe ancora in piena regola con le norme di sicurezza e agibilità, il sindaco comunica alla città che lo spettacolo musicale si farà all’aperto, nel giardino del teatro, mentre le visite guidate all’interno sono confermate, ma per gruppi di cento persone per volta. Sabato 31 finalmente la cerimonia di inaugurazione del teatro (nella foto), ricostruito, lo ricordiamo, dopo quarantacinque anni dall’incendio. Dopo una giornata di discussioni e polemiche sui social network, tutti i cittadini presenti al cancello della villa Primo Levi entrano tranquillamente, anche senza invito. Dopo i saluti del sindaco, il taglio del nastro e la benedizione dei locali da parte di padre Tindaro Iannelli, la stampa compie assieme al sindaco una visita all’interno del teatro, apprezzandone la qualità, l’eleganza e l’acustica, perché nel frattempo all’esterno è iniziata la parte musicale introdotta da Anna Maria Puliafito, diffusa con altoparlanti anche all’interno. Come primo brano l’Orchestra Filarmonica S. Nicolò di Mascalucia, diretta da Stefano Sanfilippo e il coro Lirico Siciliano, diretto da Francesco Costa eseguono l’inno di Barcellona Pozzo di Gotto scritto da Francesco Costa: Libera et realis civitas Putei de Ghoto. Poi è la volta del coro da Il rapimento di Placido Mandanici, rappresentato alla Scala di Milano il 16 giugno del 1841. In particolare è stato eseguito il brano De’ folti Pampini all’ombra amica. Si è trattato della prima esecuzione assoluta moderna di questro lavoro del nostro musicista, nella revisione e trascrizione dei Maestri Daniela Calcamo e Daniele Cannavò. Nella storia del Teatro Mandanici è importante perché è il secondo brano di Mandanici eseguito nel teatro a lui intitolato. Il primo fu il Canto di vittoria per le cinque giornate di Milano, nel vecchio Mandanici, anno 1964. La serata è proseguita con brani da Bellini (Norma), Verdi (Nabucco), Mascagni (Cavalleria Rusticana), Rossini (Il barbiere di Siviglia), Puccini (La boheme, Tosca e Turandot), Lehar (La vedova allegra), Strauss (Il Danubio Blu), Verdi (Traviata), cantati dal soprano Giovanna Collica, dal tenore Like Xing, dal baritenore Alberto M. A. Munafò, dal basse-baritone Sergio Lamiani. Poi il video con immagini del vecchio e nuovo Mandanici, alcune delle quali riprese anche in due pannelli collocati nella villa, e in conclusione l’esibizione del balletto del Diamond Dance di Mastroeni e Fugazzotto. E’ doveroso ricordare lo staff di coordinamento organizzativo dell’evento: Anna Maria Puliafito, Lia Castrovinci, Lucia Parisi, Andrea Rappazzo, Pasqualino Conti, così come la No Problem sas di Domenico Arcoraci Co. che si è occupata dell’allestimento e dei servizi integrati, pannelli e video compresi.
Un particolare ringraziamento agli Autori "SoloVideoSeba" per aver realizzato
il video sulla storia del Teatro Mandanici.